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Alla scoperta del cheratocono: quale intervento fare?
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Autore:  P.Lorenzi [ mercoledì 12 ottobre 2016, 12:16 ]
Oggetto del messaggio:  Alla scoperta del cheratocono: quale intervento fare?

La cheratoplastica è un intervento chirurgico che mira a correggere gli effetti del cheratocono mediante la sostituzione della cornea patologica con quella sana di un donatore.

Esistono due tipi cheratoplastica :

I) perforante

II) lamellare

La cheratoplastica perforante ha ancora la sua indicazione elettiva nel caso in cui tutti gli strati corneali siano interessati da alterazioni della loro struttura o quando non ci siano più le indicazioni (pachimetria corneale molto inferiore a 400 micron-metri) per le alternative chirurgiche proposte dalla letteratura, che non prevedono la sostituzione in toto del bottone corneale. L’intervento prevede l’uso di un trapano corneale per il prelievo del lembo del donatore e del ricevente . Sostituito il lembo si appongono dei punti di sutura di ancoraggio che vengono poi rimossi (non prima di 1-2 anni, salvo eccezioni) dopo l’apposizione dei punti di sutura definitivi; completano l’intervento la terapia antibiotica e cortisonica per qualche mese e un calendario di controlli molto personalizzato.

La cheratoplastica lamellare (pre descemetica e descemetica) prevede invece l’asportazione di un lembo corneale non a tutto spessore, cioè lasciando in sede l’ endotelio, mediante diverse possibili tecniche, tutte valide in relazione all’esperienza del singolo chirurugo:

I) manuale, con iniezione di aria o altre sostanze viscose (bubble technique ed altre) : la dissezione della lamella viene eseguita utilizzando strumentazione manuale quali l’uso di crescent knife , spatole e microbisturi ;

II) con laser a femtosecondi: la lamella viene asportata mediante taglio con femto-laser o attraverso fotoablazione con laser a eccimeri ;

III) meccanizzata: la lamella viene ottenuta mediante un taglio attuato con uno strumento detto microcheratomo .

I vantaggi della tecnica lamellare possono essere così riassunti :

- conservazione dello strato endoteliali del paziente ;

- minor frequenza di rigetto, quindi minor durata del trattamento cortisonico ;

- minor incidenza di complicanze quali ipertono e cataratta ;

- minor rischio intraoperatorio , senza necessità di anestesia generale perché è
un intervento a bulbo chiuso ;

- decorso postoperatorio più breve ;

- risultati refrattivi paragonabili al trapianto standard, talora un po’ più più
lenti ;

- più facile reperibilità di tessuto idoneo .



In generale si tratta comunque in entrambi i casi di un intervento utile in casi avanzati che non tollerano la lente a contatto, difficile e non scevro da rischi, ecco perché da qualche tempo, l’interesse si sta concentrando sempre più sulla diagnosi precoce al fine di applicar i nuovi trattamenti conservativi con l’obiettivo di evitare le terapie sostitutive ed i loro rischi correlati.

Il “CROSS-LINKING DEL COLLAGENE CORNEALE RIBOFLAVINA + UVA” rappresenta il “fiore all’occhiello” delle nuove metodiche conservative per in cheratocono evolutivo introdotta, diffusa e sviluppata da noi in Italia per la prima volta a Siena.
Dr. Cosimo Mazzotta

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