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Cellule staminali autologhe riparano la cornea PDF Stampa E-mail
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    Fonte Il Giornale online

La comunità scientifica internazionale riconosce il successo di una terapia avanzata tutta italiana, basata sul trapianto autologo di epitelio corneale ricostruito in laboratorio grazie alle cellule staminali, in grado di restituire l'integrità della cornea e la capacità visiva a pazienti con gravi danni alla superficie corneale e deficit di cellule staminali limbari dovuti ad ustioni chimiche.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista americana New England Journal of Medicine, una delle più autorevoli al mondo in campo medico, testimonia la sicurezza e l'efficacia di una terapia ormai consolidata, effettuata con colture di cellule staminali adulte. Il lavoro è opera dell'equipe di Graziella Pellegrini, professoressa di Biologia Cellulare e coordinatrice della Terapia cellulare al Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari" dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e Michele De Luca, professore di Biochimica e direttore del Centro di Medicina Rigenerativa del medesimo ateneo, e del dottor Paolo Rama, direttore dell'Unità Cornea e Superficie Oculare dell'Istituto San Raffaele di Milano.

L'esperienza acquisita testimonia inoltre la virtuosa collaborazione tra la ricerca e la classe medica italiana nel trasferimento tecnologico e di know-how tipico della medicina traslazionale, che ha coinvolto numerosi enti di regioni diverse, accademici ed ospedalieri. Lo studio, in particolare, analizza i risultati a lungo termine - fino a 10 anni - ottenuti su un campione di 112 pazienti, omogeneo per patologia, metodi diagnostici e chirurgici, frequenza dei controlli e le accurate analisi del follow-up. La percentuale di pieno successo di questo studio supera il 75%. Il messaggio di questo studio riguarda la stabilità nel tempo dei risultati ottenuti, che si mantengono grazie ad una ben definita quantità di cellule staminali della cornea impiantata, che le consentono di autorinnovarsi e di rigenerare costantemente la superficie corneale con le stesse identiche caratteristiche di una cornea sana.

Un grande vantaggio offerto da questa tecnologia è la perfetta compatibilità, che consente di evitare gli effetti collaterali tipici delle cellule da donatore, come un possibile rigetto o l'immunosopressione. La tecnica, messa a punto dall'equipe della Prof. Pellegrini e del Prof. De Luca e inizialmente pubblicata su Lancet nel 1997, prevede infatti un piccolissimo prelievo bioptico al confine tra cornea e congiuntiva del paziente, che viene eseguito dal chirurgo in anestesia locale e inviato al laboratorio di terapia cellulare per l'estrazione delle cellule staminali, che vengono messe in coltura per generare un epitelio corneale perfettamente identico a quello sano che viene poi trapiantato sul paziente stesso.

I risultati ottenuti, unici al mondo per stabilità dell'epitelio rigenerato e durata del periodo di osservazione clinica, sono assolutamente confortanti e consentono di proporre serenamente ai pazienti questa opportunità terapeutica e rispondono alle necessità degli enti regolatori nazionali e internazionali di acquisire dati importanti per la valutazione di eventuali rischi connessi alle terapie avanzate su un numero consistente di pazienti e sul lungo termine.

 
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