MaxMax
Utente anziano
Iscritto il: lunedì 10 settembre 2007, 22:21 Messaggi: 267 Località: Brianza
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Virus del Nilo
Dal Ministero della Salute
Primo Piano
Aggiornamento WEST NILE VIRUS: misure preventive per il trapianto di organi, tessuti e cellule
Dal 1 luglio al 30 novembre 2013 saranno applicate delle misure preventive per evitare il rischio di trasmissione del West Nile Virus (WNV) in seguito a trapianto di organi, tessuti e cellule.
Le regioni interessate da queste procedure di precauzione sono le Province di Treviso e Venezia per la Regione Veneto, tutte le province della Regione Friuli Venezia Giulia e della Regione Sardegna e la provincia di Matera per la Regione Basilicata.
Anche la Regione Emilia Romagna, a partire dal 31 Luglio 2013, dovrà adottare queste misure preventive.
La nota aggiornata (.pdf 174 KB) del Centro Nazionale Trapianti, elaborata sulla base dei dati di sorveglianza epidemiologica dei casi umani di malattia neuro-invasiva da WNV e della circolazione del virus nel corso del 2012, raccomanda una serie di interventi (test specifici sul donatore e procedure di segnalazione agli enti competenti) in caso di trapianto di organi e tessuti da donatore cadavere e vivente, oltre al trapianto di cellule staminali emopoietiche da sangue midollare, periferico e cordonale.
Per quanto riguarda i donatori di CSE che abbiano soggiornato almeno una notte nelle suddette aree, qualora non sia applicabile il provvedimento di sospensione temporanea per 28 giorni, si raccomanda l’effettuazione del test NAT per WNV.
Il WNV, o febbre del Nilo, è una malattia infettiva trasmessa all’uomo da insetti vettori come la zanzara. La comparsa dell’infezione nell’essere umano è generalmente asintomatica; solo in pochi casi, il WNV può colpire il sistema nervoso centrale, provocando meningite, encefalite e paralisi flaccida.
Nel settore dei trapianti di organi, tessuti e cellule è fondamentale adottare delle precauzioni specifiche nei periodi a rischio (estate-autunno) e nelle regioni interessate, soprattutto se si considera che l’immunosoppressione a cui sono sottoposti i pazienti trapiantati rappresenta una delle condizioni che favorisce la neuroinvasività del virus.
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