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Medici Umani Pazienti Guerrieri 
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Messaggio Medici Umani Pazienti Guerrieri
E' uscito un libro nei giorni scorsi nel quale come paziente, con le dovute proporzioni dovute alla minor gravità della malattia, mi ci sono riconosciuto moltissimo. "Medici umani, pazienti guerrieri" è il titolo del libro alla cui presentazione ho avuto il piacere di partecipare e di intrattenermi alla conclusione con l'autore, il bravissimo Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera. Vorrei qui riportare qualcosa della presentazione, forse anche qualcuno di voi, nelle rispettive disavventure può trovare qualcosa di interessante e uno stimolo in più a combattere, sempre.
"Un grande oncologo colpito da un ictus riscrive la medicina dalla parte del paziente e chiede un nuovo esame per i giovani medici: quello di umanità. Premiato in America per le sue ricerche nella cura dei tumori e dimenticato in fretta nell'Italia senza memoria, Gianni Bonadonna denuncia la crisi della classe medica, schiacciata tra burocrazia, lottizzazione, corsa ai facili guadagni, e offre una testimonianza sincera di come si può vivere la malattia con coraggio, cercando di dare un senso a una lunga infermità. Dall'eutanasia al caso DiBella, dalla terapia del dolore alle cure miracolose, il medico che ha sconfitto il linfoma di Hodgkin e cambiato l'approccio alle cure contro il cancro ci porta a rivedere il concetto di malato e di malattia, sulla base di un'esperienza vissuta da entrambe le parti. La sua testimonianza è l'inizio di una nuova battaglia condotta insieme alla pattuglia dei medici malati riuniti nel gruppo "Dall'altra parte" per riportare l'etica al centro della loro professione. Medici umani, pazienti guerrieri è lo slogan di una ritrovata allenaza che Bonadonna indica per il futuro, insieme alla riscoperta del medico di famiglia, alla limitazione delle cure inutili, all'invito a investire nel volontariato e a dare più fiducia alle donne medico. Un particolare autobiografico rende ancora più autentico il messaggio del protagonista: la storia di una sua paziente che ribaltando i ruoli decide di aiutare il suo medico malato. Un messaggio di umanità in contrasto con il mercato della salute che privilegia il business a tutti i costi invece dell'onestà e del tempo donato. Con l'aiuto di un giornalista sensibile alla storie umane, Bonadonna ci restituisce l'immagine di un medico che rientra a testa alta nel mondo dei pazienti".


sabato 7 giugno 2008, 18:30
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
bellissimo leggere ....peccato pero' che ho poco tempo....comunque 1 sbirciatina a questo libro la daro' :!:

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lunedì 9 giugno 2008, 6:26
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
io l'anno scorso ho avuto l'occasione di sentire parlare gianni bonadonna a un convegno intitolato appunto "dall'altra parte"... e mi aveva davvero colpito!

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lunedì 9 giugno 2008, 7:47
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
molto bella la tua segnalazione luke. Io proprio ieri ho scritto sul blog di una classe medica formata da medico/burocrati che sono sempre piu' delle macchine per fare soldi e sempre piu' lontane dal giuramento di ippocrate del quale, alcuni, si ricordano vagamente solo quando li vai a trovare nei loro studi privati... e a tal proposito ho anche fatto un' esposto alla p rocura della repubblica contro alcuni medici di un' ospedale locale.
mi spiace pero' che per "riumanizzarsi" il medico debba diventare paziente a sua volta... ovviamente non è una critica mossa al medico nello specifico ma ad una classe insensibile affogata nel potere, che negli ospedali si atteggia a superstars...


mercoledì 11 giugno 2008, 10:31
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
triciccio ha scritto:
molto bella la tua segnalazione luke. Io proprio ieri ho scritto sul blog di una classe medica formata da medico/burocrati che sono sempre piu' delle macchine per fare soldi e sempre piu' lontane dal giuramento di ippocrate del quale, alcuni, si ricordano vagamente solo quando li vai a trovare nei loro studi privati... e a tal proposito ho anche fatto un' esposto alla p rocura della repubblica contro alcuni medici di un' ospedale locale.
mi spiace pero' che per "riumanizzarsi" il medico debba diventare paziente a sua volta... ovviamente non è una critica mossa al medico nello specifico ma ad una classe insensibile affogata nel potere, che negli ospedali si atteggia a superstars...


appena ho saputo della presentazione del libro di Bonadonna mi sono fiondato (anche perchè lo scrittore Gian Giacomo Schiavi abita nel mio stesso paese e qui ha fatto l'anteprima) seguendo l'istinto e ho trovato esattamente quello che pensavo o speravo. Forse qualcuno avrà letto la mia esperienza che ho scritto qualche tempo fà su questo forum (ma anche sulla rubbrica "italians" di Beppe Severgnini http://www.corriere.it/solferino/severg ... -07/11.spm ): non voglio annoiarvi più di tanto con la mia esperienza personale, ma quello che ho passato ha dell'incredibile, nelle tanto enfatizzata Sanità lombarda, a Milano, anche in quel San Raffaele dove mi avevano fatto un sublime trapianto di cornea; ti senti preso in giro, continui a passare da uno specialista all'altro, tutti sicuri di sè, tutti che fatturano a manetta, tutti che sparano cazzate, che non sanno niente, manco il nome di una patologia che nelle società avanzate colpisce tra lo 0,5% (uomini) e il 3% (donne) della popolazione adulta. Però fatturano, nessuno scrupolo, nessuno che si preoccupa come stai, nessuno che si prende in carico il paziente, ti compatiscono, come un rompicoglioni un pò depresso, uno che si lamenta sempre. E in questa sanità che è business allo stato puro dove il 74% del bilancio della Regione Lombardia corrisponde alla voce Sanità, non fanno altro che farti fare tonnellate di esami inutili e costosi, riempirti di pilloline, prescrivere, prescrivere, prescrivere; basta passare davanti agli ospedali privati (San Raffaele in testa) e sono tutti in enorme espansione, le farmacie sono dei mini market; e quello che mi fà andare in bestia e che questa casta di moderni sacerdoti in camice bianco pretendono di essere i detentori del sapere, della conoscenza medica e abusano della fiducia che siamo abituati a dargli: se invece di un rompicoglioni come me (per modo di dire) si trovano di fronte persone anziane, deboli, fragili come quasi sempre sono le persone malate e che soffrono, possono raccontargli quello che vogliono ed arrivare alla follia estrema del Santa Rita dove si inventano i tumori e ti poi operano perchè li pagano a quantità di interventi. E in questa sanità che unge le cliniche private e lascia crollare gli istituti pubblici, cosa volete che gliene freghi di una patologia che non richiede ricovero, non richiede esami, non richiede interventi, ma richiede sopratutto un bravo medico che ti conforti e di dia fiducia? Non vorrei però fare di tutta un'erba un fascio: medici bravi, seri professionali ce ne sono ancora, è il sistema che non funziona proprio; è abbastanza triste pensare che come al solito nel nostro paese alla fine debba sempre intervenire la magistratura (e qualcuno vorrebbe togliere le intercettazioni telefoniche).


mercoledì 11 giugno 2008, 15:36
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
pienamente d' accordo luke....
la cosa piu' triste è che la malasanità fino ad oggi pare fosse una caratteristica del centro sud. ma purtroppo questo è oggi un luogo comune....E' un sistema che non funziona. Ovunque in Italia. E io che sono calabrese e che spesso mi sono recato in moltissime città del nord per seri motivi di salute posso davvero confermarlo purtroppo....
e come dici tu, purtroppo Berlusca e soci vogliono pure togliere le intercettazioni: la casta dei potenti medici sarà ancora piu' impunita di prima....


giovedì 12 giugno 2008, 10:21
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
Provo a intervenire da addetto ai lavori, soprattutto in base a esperienze personali, anche per evidenziare spunti che magari da altre visuali passano inosservate.
Il SSN è composto da strutture pubbliche con personale stipendiato nella quasi totalità dei casi con rare consulenze, e strutture private convenzionate, retribuite in base alle prestazioni dalla Regione. Il rapporto professionale che le cliniche private hanno con i loro medici può essere a prestazione ( un tanto ad intervento ) a stipendio ( analogamente alle strutture convenzionate ) o misto ( stipendio minimo + quorum a prestazione ).
Intanto la prima cosa che emerge è che le strutture pubbliche possono permettersi di non lavorare o lavorare poco, poichè non fallisce nessuno, non si licenzia nessuno e alla fine Pantalone paga per tutti.
Le cliniche private , viceversa , se vanno in passivo chiudono, poichè Pantalone di loro se ne frega.
Ciò produce 2 effetti :
1) Le Cliniche private devono lavorare se vogliono sopravvivere, altrimenti chiudono
2) Le strutture pubbliche non falliscono mai, perchè c'è chi come Triciccio e anche io le finanziamo " a prescindere dal fatto che producano "
Questo mette la famosa competizione pubblico - privato in condizioni ridicole, dove il privato deve correre per pareggiare, mentre il pubblico ha gia pareggiato prima ancora di alzarsi dal letto.

Quindi il privato per sopravvivere "deve lavorare " contrariamente al pubblico che è nato immortale.
Poichè il rapporto fra il paziente e il medico è per definizione il più fiduciario in assoluto, il privato ha bisogno di usufruire di medici che godano della massima fiducia dei pazienti. Vi è uno studio che lessi qualche anno fà che dimostra che il paziente è quell'utente in assoluto che è disposto a sopportare i maggiori disagi per raggiungere il medico di fiducia. In parole povere per comprare un barattolo di vernici va benissimo il negozio più vicino, ma per farci mettere le mani addosso siamo disposti a subire strada e disagi.
Ciò costringe il privato ad usufruire di medici che godano della massima fiducia da parte dei pazienti; è ovvio che tale fiducia può essere ottenuta per simpatia, disponibilità, ma è chiaro che la competenza ne è la componente principale.
Riassumo: le cliniche private, costrette a lavorare per sopravvivere "devono" usufruire di medici competenti per attirare il paziente. Un medico scarso può sopravvivere in una struttura pubblica ma non in una privata in quanto non reclutando pazienti sarebbe solo un peso.
Come si fà a reclutare medici competenti ????? Li si paga bene e li si incentiva a lavorare, cioè a reclutare pazienti.
Studi che risalgono al secolo scorso dimostrano che il 5% della popolazione delinque indipendentemente dalla punizione che rischia, l' 80% non delinquerebbe nemmeno in assenza di punizione, e il 15% non delinque solo per paura della punizione.
Quindi il 5% della popolazione delinque indipendentemente dal suo ruolo, se fà il medico rovina il paziente ( vedi la storia della Santa Rita), se lavora alla Coca Cola ruba le lattine, se lavora in un ospedale pubblico si imbosca, se lavora all'aeroporto ruba le videocamere dai bagagli.
Non perdiamoci a parlare di chi compie reati, sempre ci sono stati e sempre ci saranno, vanno puniti loro ma non facciamo di ogni erba un fascio.
Torniamo alla diatriba pubblico - privato: il privato per sopravvivere deve usufruire di medici competenti altrimenti muore ed è costretto a pagarli molto, molto, molto, molto , molto ( i 5 molto non sono casuali ) di più del pubblico.
Chiedo a voi forumisti, se foste affermati professionisti operanti nel pubblico, e un privato vi offrisse la possibilità di prendere uno stipendio 5 - 6 - 10 volte maggiore di quello che prendete, cosa fareste?
Il risultato è che oggi i migliori vanno sul privato dove guadagnano molto di più e possono anche usufruire della snellezza di strutture dove uno strumento ordinato arriva in 4 giorni mentre nel pubblico ci mette 3 mesi ( voi fornitori che fareste se il privato vi paga a 15 giorni e il pubblico a 90 o più ??).
Il risultato è che se eliminiamo le deprecabilissime aberrazioni, oggi in Italia abbiamo un privato che va a 1000 e produce guadagni, tanto che spesso le regioni sono costrette a mettere un budget massimo per limitarne l'efficienza ( vedi Toscana ) .
Se oggi vai a farti visitare in una struttura privata esci dalla Clinica con la data dell'intervento, nel pubblico di solito esci con un " la richiamiamo noi qualche giorno prima".
Il motivo del successo del modello delle PMI italiane a conduzione familiare ?? Se c'è più lavoro si lavora tutti di più. Questo può farlo solo il privato che retribuisce in base al lavoro. Che gliene importa al medico pubblico di fare una seduta operatoria in più se lo stipendio è lo stesso ??? Rischi, fatica e responsabilità per nulla.
Per concludere, per quello che può valere, sarebbe meglio impostare un rapporto privatistico nel pubblico, piuttosto che demonizzare un privato che lavora, produce, e non fà debiti.

Ciao


lunedì 16 giugno 2008, 0:01
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
Come non darti ragione Claude??????? :lol: :lol: :lol: :lol:

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lunedì 16 giugno 2008, 7:39
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
tutto verosimilmente plausibile claude... grazie delle spiegazioni...

Cita:
Riassumo: le cliniche private, costrette a lavorare per sopravvivere "devono" usufruire di medici competenti per attirare il paziente. Un medico scarso può sopravvivere in una struttura pubblica ma non in una privata in quanto non reclutando pazienti sarebbe solo un peso.

il termine reclutando mi pare una scelta alquanto infelice....e temo che non si tratti di refuso .....

forse è per questo che taluni medici ( a volte impropriamente decorati con il titolo di prof anche in questo forum) la cui professionalità non è dato ancora da sapersi,sono costretti ad usare mezzi poco ortodossi per "reclutare". pazienti.

metodi che calpestano la deontologia professionale, e lambiscono addirittura in alcuni casi la sottile barriera del legalmente consentito.

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Io se fossi Dio
Non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità
Mi sarei spiegato un po’ meglio.


lunedì 16 giugno 2008, 23:35
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Messaggio Re: Medici Umani Pazienti Guerrieri
Claude ha scritto:
Provo a intervenire da addetto ai lavori, soprattutto in base a esperienze personali, anche per evidenziare spunti che magari da altre visuali passano inosservate.
Il SSN è composto da strutture pubbliche con personale stipendiato nella quasi totalità dei casi con rare consulenze, e strutture private convenzionate, retribuite in base alle prestazioni dalla Regione. Il rapporto professionale che le cliniche private hanno con i loro medici può essere a prestazione ( un tanto ad intervento ) a stipendio ( analogamente alle strutture convenzionate ) o misto ( stipendio minimo + quorum a prestazione ).
Intanto la prima cosa che emerge è che le strutture pubbliche possono permettersi di non lavorare o lavorare poco, poichè non fallisce nessuno, non si licenzia nessuno e alla fine Pantalone paga per tutti.
Le cliniche private , viceversa , se vanno in passivo chiudono, poichè Pantalone di loro se ne frega.
Ciò produce 2 effetti :
1) Le Cliniche private devono lavorare se vogliono sopravvivere, altrimenti chiudono
2) Le strutture pubbliche non falliscono mai, perchè c'è chi come Triciccio e anche io le finanziamo " a prescindere dal fatto che producano "
Questo mette la famosa competizione pubblico - privato in condizioni ridicole, dove il privato deve correre per pareggiare, mentre il pubblico ha gia pareggiato prima ancora di alzarsi dal letto.


Non perdiamoci a parlare di chi compie reati, sempre ci sono stati e sempre ci saranno, vanno puniti loro ma non facciamo di ogni erba un fascio.
Torniamo alla diatriba pubblico - privato: il privato per sopravvivere deve usufruire di medici competenti altrimenti muore ed è costretto a pagarli molto, molto, molto, molto , molto ( i 5 molto non sono casuali ) di più del pubblico.

Chiedo a voi forumisti, se foste affermati professionisti operanti nel pubblico, e un privato vi offrisse la possibilità di prendere uno stipendio 5 - 6 - 10 volte maggiore di quello che prendete, cosa fareste?
Il risultato è che oggi i migliori vanno sul privato dove guadagnano molto di più e possono anche usufruire della snellezza di strutture dove uno strumento ordinato arriva in 4 giorni mentre nel pubblico ci mette 3 mesi ( voi fornitori che fareste se il privato vi paga a 15 giorni e il pubblico a 90 o più ??).

Il risultato è che se eliminiamo le deprecabilissime aberrazioni, oggi in Italia abbiamo un privato che va a 1000 e produce guadagni, tanto che spesso le regioni sono costrette a mettere un budget massimo per limitarne l'efficienza ( vedi Toscana ) .

Per concludere, per quello che può valere, sarebbe meglio impostare un rapporto privatistico nel pubblico, piuttosto che demonizzare un privato che lavora, produce, e non fà debiti.

Ciao



ciao
perdonami ma non sono molto d'accordo. Alcune cose che dici possono essere corrette e condivisibile, altre molto meno.
Non mi sembra che il privato abbia problemi a conquistarsi i pazienti, basta andare in qualsiasi struttura e vedere file interminabili; il "mercato della salute" purtroppo è in continua espansione;
ti posso fare esempi concreti di ospedali di Milano, con medici di livello medio basso, che offrono servizi scarsi, che trattano i pazienti a pesci in faccia eppure hanno code interminabili agli sportelli, parlo di medie di 3 ore; e se ne fregano altamente del paziente, altro che rapporto di fiducia; e non mi sembra che abbiano il problema della sopravvivenza visto che si stanno ampliando enormemente;
questo succede se la sanità diventa business come è diventato e gente con pochi scrupoli ci mette le mani, come accade sempre quando la torta è grossa: ma chi è sto notaio siciliano proprietario del Santa Rita? ma è normale che un notaio sia proprietario di cliniche?
ma quale competizione? vai a vedere qualsiasi ospedale pubblico: strutture ottocentesche, palazzi in rovina, sembra di essere nella Russia comunista; per forza che la gente fugge nel privato;
basta mandare il pubblico in rovina e il privato fiorisce, il giochino è semplice, così la scuola, i trasporti etc...
e il meccanismo delle convenzioni? come mai se vai in una struttura convenzionata, la stessa prestazione, con lo stesso medico ci vogliono 6 mesi col ssn e 3 giorni privatamente a pagamento?
potremmo andare avanti delle ore
nel frattempo come medico ti consiglio di leggere il libro di bonadonna
ciao


giovedì 19 giugno 2008, 18:20
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