Salve.
Prima di tutto, io cerco di non "indirizzare" mai verso una decisione.
Le decisioni devono essere prese da chi ha un problema, dopo avere valutato quali sono le sue condizioni e le sue motivazioni.
Se Lei ha un cheratocono stabile e vede "bene" con gli occhiali o tollera bene le lenti a contatto ( mi raccomando un uso intelligente delle lenti stesse) e se la sua vita di relazione e lavorativa è compatibile con occhiali e lenti a contatto, le posso solo consigliare di continuare a farsi controllare periodicamente dal suo oculista per verificare che le cose continuino allo stesso modo.
Se però la sua situazione è diversa, Lei deve programmare il suo futuro.
Dunque, se il suo cheratocono evolve, più o meno rapidamente, è chiaro che nel suo futuro Lei dovrà decidere cosa fare.
Molti scelgono di andare avanti fin che si può con le LAC e, ad un certo momento della loro vita, dovranno, assieme al loro chirurgo, programmare una cheratoplastica. Questa potrà essere lamellare oppure perforante dipendendo dallo stadio del loro cheratocono.
Queste tecniche forniranno un risultato certamente migliorativo della loro situazione.
Anche queste, però, come tutta la chirurgia, hanno dei rischi e degli effetti collaterali.
Alcune volte questi rischi sono importanti, altre volte meno.
Da svariate parti del mondo si è cercato di affrontare il problema in modo diverso, ossia anticipando la chirurgia.
Un esempio. Inizialmente si effetuavano solamente cheratoplastiche perforanti. Poi si è visto che questa tecnica comportave dei rischi importanti ( rigetto etc.etc.) e si è provato a risolvere il problema diversamente.
Così è nata la cheratoplastica lamellare profonda.
Poi si è visto che anche questa tecnica comportava alcuni rischi ( perforazione etc.etc.) e si è cercato di ovviare a questi problemi.
Così è nata la cheratoplastca lamellare automatizzata ( ALK).
Così si è provato ad utilizzare altre tecniche, Intacs, e Ferrara rings in uno stadio ancora più precoce della malattia.
Ora, la Mini ARK è una tecnica che utilizzo da molti anni e che mi ha dato molte soddisfazioni. Non è un miracolo, in terra non ne conosco, però posso dire che nella stragrande maggioranza dei casi migliora la vista e che questo beneficio dura da circa undici dodici anni.
Posso dire che la Mini ARK è una cura per il cheratocono?
Certamente no. Almeno non ancora( aspettiamo ancora altri anni e poi vedremo
.
Nemmeno la cheratoplastica, lamellare o perforante che sia, lo è.
Però i benefici che questa tecniche danno, a quanto pare durano nel tempo e ci permettono di vivere normalmente la nostra vita.
Abbiamo una vista perfetta?
No.
Abbiamo una vista migliore di prima dell'operazione ed avremo, dopo l'operazione, dei difetti di vista che dovremo correggere.
Questo accade con la mini ARK ma accade, ed anche in misura maggiore, dopo un innesto di cornea.
Cosa abbiamo ottenuto?
Viviamo meglio di prima dell'intervento, quale che sia stato, e se in futuro, tra dieci, quindici o venti anni, le cose torneranno a peggiorare, beh, di certo avremo nuove tecniche che ci permetteranno di risolvere, nuovamente, il problema.
Di sicuro una cosa è però fondamentale.
Non dobbiamo commettere l'errore di subire una situazione sgradevole.
Dobbiamo decidere noi cosa fare e non dobbiamo permettere che a decidere sia la malattia od un medico.
In altre parole facciamoci visitare, parliamo con chi ha lo stesso problema ( come in questo forum) ragioniamo coi nostri cari e poi decidiamo cosa fare.
Diffidiamo sia di scelte affrettate sia di chi, però, ci dice che non abbiamo altra scelta che il " trapianto".
Non è così.
Se avessimo sempre pensato in questo modo ( noi chirurghi ) saremmo ancora alla sola cheratoplastica perforante.
Francamente di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia da allora.
Se poi non ci fidiamo di Abbondanza o chicchessia, va benissimo così, l'importante è questa sia una NOSTRA scelta e, soprattutto, avere un'altra scelta da fare.
Finchè abbiamo la possibilità di scegliere tra diverse opzioni siamo, come dico sempre ai miei pazienti, dei signori.
Saluti ed auguri a tutti.
dr. Marco Abbondanza