Home Cross-Linking Cross-Linking Cross-linking in età pediatrica
Cross-linking in età pediatrica PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 13
ScarsoOttimo 

Il cross-linking va effettuato il prima possibile nei pazienti pediatrici

SIENA — Secondo le conclusioni del gruppo di studio sul cheratocono dell'Università di Siena, il cross-linking corneale dovrebbe essere la terapia di prima scelta in pazienti pediatrici affetti da cheratocono progressivo.

Il prof. Aldo Caporossi
"Il cheratocono precoce è estremamente aggressivo. Evolve rapidamente e va trattato con urgenza", è stato detto al recente incontro della Società Italiana di Trapianto Corneale.

Anche un ritardo di sei mesi, che è un tempo comune nella valutazione del'evoluzione del cheratocono nei giovani adulti, può fare la differenza per preservare un occhio ed evitare il ricorso al trapianto di cornea.

"Esiste un limite oltre il quale il cross-linking non è più efficace nell'arrestare la progressione della malattia. Dobbiamo essere sicuri che questo limite non venga superato", ha dichiarato il dottor Caporossi.

Prima che il cross-linking entrasse nella pratica clinica, la maggioranza dei bambini che sviluppavano il cheratocono prima dei 15 anni era destinata al trapianto corneale intorno ai 20 anni di età.

"Ora non è più così. Il cross-linking ha fatto il miracolo", ha aggiunto.

Sono già stati trattati 108 casi di pazienti pediatrici con il cross-linking corneale, con risultati incoraggianti. Alcuni casi sono stati già seguiti per 5 anni e, in tutti i casi, il cheratocono è risultato stabile.

"Se valutiamo i nostri pazienti sottoposti a cross-linking in relazione all'età, è ben evidente che i migliori risultati si sono ottenuti quando il trattamento è stato effettuato prima dei 18 anni di età. In altri gruppi di età, i risultati sono sostanzialmente differenti. Dopo i 40 anni, è dubbio che la procedura possa essere utile", ha concluso il dottor Caporossi.

 
cookieassistant.com