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Combattere il cheratocono con la tecnica del Cross Linking PDF Stampa E-mail
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Di Gaetano Romeo

Curare il cheratocono attraverso la tecnica del cross linking adesso è possibile con buone prospettive e ottimi risultati. Il cheratocono è una malattia della cornea, una distrofia progressiva non infiammatoria, che colpisce all’anno 50 persone ogni 100.000, sia uomini che donne, generalmente in giovane età, fra i 20 e i 30 anni. Ha origini genetiche e un’evoluzione soggettiva; all’inizio determina un peggioramento della qualità visiva, negli stadi più avanzati opacizzazione e in alcuni casi anche la perforazione della cornea.

Ma in che cosa consiste esattamente il cross linking corneale? Il Cross Linking è la tecnica che utilizza l’applicazione combinata di Riboflavina (Vitamina B2) in soluzione con destrano (uno zucchero) al 20% in una composizione che assomiglia ad una gelatina giallastra messa a contatto con la cornea a cui è stato precedentemente asportato l’ epitelio (la parte più esterna, che potremmo paragonare alle tegole del tetto della cupola).

L’impregnazione di questa soluzione (Ricrolin®) nel tessuto corneale e la successiva esposizione di raggi UVA (370 nm), emessi da un particolare apparecchio, attivano i radicali liberi di ossigeno che inducono una desaminazione ossididativa del collagene ed una conseguente formazione di nuovi ponti molecolari intraelociodali ed interfibrillari.

Possiamo quantificare tale effetto nell’aumento dello spessore delle fibre di collegeno con conseguente aumento della rigidità della cornea ed una aumentata resistenza all’attacco della pepsina, un enzima in grado di distruggerla.

Il risultato ottenuto con il trattamento di Cross Linking è quello di bloccare il cedimento e assottigliamento strutturale della cupola corneale e non tanto di eliminare gli occhiali o lenti a contatto.

Molti, ma non tutti, i pazienti sottoposti a questo trattamento beneficiano della riduzione dell’astigmatismo corneale nell’ordine di circa due diottrie; anche la tolleranza all’uso della lente a contatto migliora.

Chi può essere trattato con il Cross Linking:

Cheratoconi al I e II stadio con trasparenza corneale conservata, degenerazione marginale pellucida, ectasie post trattamenti di chirurgia refrattiva.

Lo spessore corneale nel punto più sottile non deve essere inferiore a 400 micron.

Malattia in stato di progressione

Visite pre operatoria:

In caso di utilizzo di lenti a contatto si consiglia di sospendere per 10 giorni prima della visita.

Il paziente dopo essere stato sottoposto a tutti gli esami di screening che accertano lo stato di fattibilità del trattamento ( mappa corneale, Orbscan, Pentacam, pachimetria a contatto, conta endoteliale , pachimetria ottica) viene preparato con colliri e aminoacidi da prendere per bocca per tre giorni prima del trattamento.

Cosa succede durante il trattamento di Cross Linking:

Il paziente viene sdraiato solitamente sul lettino utilizzato per gli interventi di chirurgia refrattiva con laser

Vengono instillate alcune gocce di collirio anestetico e posizionato il blefarostato, una specie di molletta per evitare che l’occhio si chiuda

Con una spatola viene tolto l’epitelio corneale, la pellicola che riveste la parte esterna dell’occhio, per un diametro di circa 9 mm.

Si applica il gel di Ricrolin® sulla cornea e lo si lascia per 15 minuti

Viene poi attivato l’apparecchio (Vega) che emette i raggi UVA per 6 fasi da 5 minuti l’una, per un totale di 30 minuti

Tempo finale del trattameto: 45 minuti

Non si ha alcun dolore durante il trattamento

Alla fine l’occhio viene medicato con colliri e viene applicata una lente a contatto terapeutica che verrà rimossa dopo circa 4 giorni.

Cosa succede dopo il trattamento di Cross Linking:

Sensazione di corpo estraneo e a volte dolore per le prime 48 ore

Instillare i colliri prescritti

Rimozione della lente a contatto dopo 4 giorni

Utilizzo di colliri per circa un mese

La visione sarà lievemente offuscata per i primi giorni e si stabilizzerà dopo circa un mese

Si potrà riutilizzare l’occhiale o la precedente lente a contatto

Eventuali variazioni delle diottrie saranno valutati dopo tre mesi.

 
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